Per questo mi chiamo Giovanni

 Il libro che racconta la vita di Giovanni falcone

premessa

in questo post spigherò il lovoro svolto in classe riguardante la ''mafia'' utilizzando il libro ''per questo mi chiamo Giovanni''.

Fonti:
Libro di Luigi Garlando '' Per questo mi chiamo Giovanni ''
Scuola.net

gli anni della gioventù. da ragazzo qualsiasi a personaggio

Il libro viene raccontato da un ragazzino di nome Giovanni in onore di Giovanni Falcone un grande magistrato che ha combattuto la mafia il quale morì lo stesso giorno nel quale il ragazzino nacque.

il legame tra il padre di Giovanni e cosa nostra 

L'ultimo venerdì di ogni mese due signori passavano ne negozio del padre del ragazzo per riscuotere il pizzo, questo succedeva da così tanto tempo che gli sembrava quasi una spesa normale come la bolletta della luce o del gas, questo cambiò vista la strage di Capaci nella quale credette che alcuni dei suldi dati alla mafia erano usati per comprare l'esplosivo usato per via di ciò il giorno in cui i due uomini vennero a prendere i soldi lui si rifiutò di daglieli.
Il giorno seguente il negozio lo ritrovo che prendeva fuoco.
I mafiosi o la mafia in generale lavoro proprio tramite questo la paura la violenza e fa qualsiasi cosa per avere ciò che vuole.

rituali 

Per poter entrare nella famiglia mafiosa bisognava fare un giuramento, che consisteva nel versare delle gocce di sangue su un santino e tenerlo in mano mentre brucia(si cambiava mano mentre bruciava) successivamente la persona iniziata verrà considerata uomo d’onore. 

tra i mafiosi esistono anche i i pentiti, cioè quelle persone facenti parti della mafia catturate dalle forze dell’ordine che poi si ''pentiranno'' e confesseranno tutto alla polizia per alleggerire la loro fedina penale e denunciare altri mafiosi.

Giovanni Falcone si ritrovò ad interrogare uno di loro e l’uomo in questione fu Tommaso Buscetta, lui era un ragazzo con cui falcone ci giocava da piccolo nell’oratorio.

8 novembre 1985 furono depositate 600 mila pagine di prove e infatti l’11 novembre del 1986 ci fu la grande vittoria, cominciò il maxi processo a Palermo, in un’aula bunker del carcere dell’Ucciardone in cui ci furono 210 facce dentro a numerose gabbie e dopo circa quasi 2 anni ci fu la sentenza che condannò questo mostro a 19 ergastoli, 2665 anni di carcere e con ben 11 miliardi e mezzo di multa 

conclusioni

Per l'esecuzione di questo lavoro sono servite molte ora tra ricerca per trovare parti del libro non studiate in precedenza sia un ripasso alle cose fatte sia alle medie sia lette in classe durante le ore di italiano. Questo lavoro mi è servito a farmi ricordare ciò che significa stare con la miafia o essere affiliati a essa e non entrare in quel mondo di violenza e inganni che è la mafia.